Per noi vegetariani in viaggio, mangiare cibi tipici a volte è più complicato di quello che dovrebbe essere. Perché se viaggiare vuol dire soprattutto entrare in contatto con le culture più variegate – e diciamocelo, il modo più semplice per farlo è a tavola, osservando e adattandosi alla cucina local – per chi segue un’alimentazione vegetariana o vegana, le cose sono decisamente più difficili.
Ok, non assaggeremo la prelibata zuppa di nidi di rondine in Cina, ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a esperienze culinarie prelibate. Quindi se siete vegetariani o vegani, non cercate la pizzeria italiana a Chiang Mai perché pensate che sia più facile ordinare una pizza al pomodoro, piuttosto imparate, nella lingua locale, a dire che siete vegetariani, specificando che non mangiate nè carne, nè pesce (c’è davvero gente che crede che i vegetariani mangino il pesce. Sì, anche il tonno e i gamberetti sono animali). Nelle città più grandi potete dare un’occhiata ai supermercati dove spesso gli alimenti idonei sono segnalati con una “V” verde. E se proprio le cose dovessero mettersi male, la frutta delle bancarelle dei mercati locali è sempre un porto sicuro.
Mangiare vegetariano in Europa, ad esempio, non è semplice come può sembrare. A Londra, con i mille locali che imperversano e la domanda sempre crescente, vi sembrerà di essere in paradiso (a me lo è sembrato, considerando che la gente molto spesso in Italia non capisce la mia scelta, è bello essere in un luogo dove la gente la pensa come me), ma discorso diverso è, ad esempio in Germania (mettono la pancetta anche nell’insalata!) o nei paesi dell’Est Europa, sicuramente meno abituati a richieste di piatti verdi. A Budapest gli stufati sono onnipresenti, ma a volte basta dare un’occhiata agli antipasti o chiedere consiglio al cameriere per trovare delle alternative, come le buonissime zuppe di zucca o di funghi. Molto più semplice, invece, mangiare nei Paesi culla della Dieta Mediterranea, che prevede molti legumi, cereali e verdure: Grecia, Sud-Italia, Spagna e Marocco, ma anche Cipro, Croazia e Portogallo.
Non avranno sicuramente problemi i viaggiatori vegetariani nei Paesi Arabi, Orientali, in India o nel Sud Est Asiatico, Paesi dove per questioni economiche, culturali e religiose, si consuma poca carne a favore di riso, hummus, felafel, cereali, legumi e soprattutto la gustosa frutta freschissima delle bancarelle per strada.
Per il Nord-America vale lo stesso discorso di Londra: nonostante la tradizione del junk food, ormai ovunque si trovano locali esclusivamente veg e nei ristoranti, accanto ai piatti onnivori, si trovano diverse varianti green. Discorso differente, invece, se si viaggia in Sud-America, patria della carne e con rari ristoranti per vegetariani. Basta, però, documentarsi prima di partire su siti come Veggies on the Road o consultando le Vegetarian Guides.
E voi, vegetariani in viaggio, cosa e dove mangiate in giro per il mondo?