Sto stilando la lista delle liste delle cose da fare prima della prossima partenza. Qualcuno potrebbe pensare che io abbia qualche fissa con l’organizzazione e, comprensibilmente, non gli darei torto.
Tra 6 giorni parto. È il viaggio che aspetto da una vita, un sogno che si avvera e ancora non mi capacito di quanto poco tempo manchi. Dicono tutti che sarà il viaggio più bello della mia vita, ma io non voglio farmi prendere dalle aspettative e risponderò solo al ritorno.
Sento nelle vene un miscuglio di eccitazione, ansia, emozione. Mi chiedo se qualcosa andrà storto, se dimenticherò qualcosa di vitale importanza, se riuscirò a spiegare che non mangio il pesce, se resterò delusa o se pioverà. Però mi sento anche elettrizzata, mi dico di smetterla con le mie paranoie e l’entusiasmo prende il sopravvento. Per questa prossima partenza ho speso tutti i soldi che ho accumulato nell’ultimo anno e mezzo ma sento che ne varrà la pena.
Giappone stupiscimi
Tra 6 giorni parto. Tra 6 giorni alle 11 mi imbarcherò a Catania, incontrerò i miei sconosciuti compagni di viaggio a Roma e dopo più di 12 ore di volo, 8 fusi orari e sicuramente tante occhiaie, atterrerò a Narita. Da lì mi muoverò verso Osaka per una serata travolgente tra lo street food di Dotonbori. Qui inizieranno le mie ansie da vegetariana in Giappone. Dalle ricerche su internet, il digiuno pare l’unica soluzione plausibile, ma non vorrei bagnarmi prima che piova, come dicono dalle mie parti.
Dopo una sola notte, abbandonerò le insegne luminosissime di Osaka e mi sposterò verso il Monte Koya. È uno dei posti che aspetto di più, e l’unico dove non dovrò preoccuparmi del cibo. Il Monte Koya, infatti, è un centro monastico ed uno dei luoghi più sacri del Giappone. Tra la natura mistica, templi e santuari, si mangia shōjin-ryōri, la cucina vegetariana dei monaci, si dorme in un monastero buddista in camere tradizionali giapponesi col tatami e il futon e si pratica la meditazione zen.
Dopo l’esperienza di Koyasan, partirò per tre notti alla volta dell’affascinante Kyoto. Qui vorrei perdermi tra i templi, assaggiare stranezze al Nishiki market, incontrare le geishe, fotografare la foresta di bambù, ammirare la sequenza di torii del Fushimi Inari e tutto quello che il fato mi riserverà, senza escludere una gita tra i cerbiatti di Nara.
Prima di procedere verso la capitale Tokyo, passerò una giornata a Kanazawa, piccola e suggestiva città tra le Alpi Giapponesi, nota per i samurai, le case da tè dove le geishe intrattengono gli ospiti e i preziosi giardini zen.
Concluderò a Tokyo il mio viaggio. Tra la frenesia di Shibuya, la vita notturna di Shinjuku, la modernità di Akihabara, gli affascinanti santuari shintoisti e le mode più bizzarre, dopo tre notti tornerò a casa.
Lascio ogni aspettativa per la prossima partenza in favore dello stupore e di qualunque emozione che da questo viaggio scaturirà. Non mi resta che ultimare i preparativi, sistemare la valigia e accettare che ogni ansia, ogni preoccupazione, non necessariamente pregiudica l’esito di un viaggio.