Se in questo momento mi chiedessero di pensare a un momento in cui mi sono sentita felice, risponderei al volo, senza neanche pensarci: il tramonto a Matera.
Tutto è partito da una proposta inaspettata, e improvvisamente mi sono ritrovata a programmare una nuova meta e a partire, il weekend successivo, per un viaggio in macchina, da Catania a Matera – e poi Pompei – che si è trasformato in un road trip di canzoni stonate, paesaggi dal finestrino e scoperte.
Nei viaggi in macchina, di solito, il tempo si ferma. E invece questa volta sono passati 57 anni in 500 km. È stato dopo 7 ore, invece, che il tempo si è fermato. E insieme a lui, il respiro. Dritti dalla strada che da Catania porta a destinazione, ho raggiunto il Belvedere di Murgia Timone, un luogo da cui si può godere di una panoramica d’insieme su Matera. Il luogo in cui ho dovuto trattenere molte emozioni, prima che esplodessero da sole. Il luogo in cui ho ammirato un cielo che si tingeva di rosso sopra gli antichi rioni, un magnifico tramonto tra i Sassi. Il luogo in cui ho sussurrato, sussultato, sospirato.
Matera è un incastro di piccole abitazioni scavate nella roccia di tufo, meandri cavernosi, chiese rupestri, cisterne sotterranee e labirinti di strade e piazzette, costruita a ridosso di un burrone. Nel 1993 è diventato il primo sito del sud Italia ad essere iscritto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco e sarà Capitale Europea della Cultura 2019.
Matera è così pittoresca che l’ho esplorata camminando tra le caratteristiche viuzze senza itinerario, perdendomi tra il Sasso Barisano e Sasso Caveoso, e soffermandomi numerosissime volte a scattare foto dagli scorci più suggestivi.
Ho gustato peperoni cruschi, pane materano e vino locale in un delizioso ristorante vegetariano, ho passeggiato di sera nella piazza principale ricca di turisti e ho promesso che sarei tornata, perché proprio a Matera mi sono innamorata.