Giorni.

Ci sono giorni in cui respirare mi risulta così difficile che in apnea potrei raggiungere il fondo fino a toccare le stelle marine, le lenzuola sopra la mia testa pesano quanto macigni e le parole di Brunori Sas mi colpiscono come pugni forti nello stomaco.

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Ci sono giorni in cui sento la paura scorrere nelle vene, mischiarsi col sangue ed esplodere nel cervello.

Ci sono giorni in cui non mi sento abbastanza,

in cui provo ogni metodo per distrarmi e per tenere la mente chiusa ai mostri.
Giorni in cui mi metto a nudo di fronte alle astruse ansie del mio cervello e sento un fottuto freddo e una fottuta voglia di protezione, che ho dimenticato il significato delle parole felici. In cui vorrei di più e non faccio niente per averlo, o in cui faccio troppo e non riesco a fermarmi, o in cui progetto, pianifico, programmo, tutto sempre per il giorno dopo.

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10 giorni in giappone

Ci sono giorni che io vorrei piangere e invece non sento nulla, come una tela vergine di emozioni, sola a remare in un oceano infinito di incomprensione. Ci sono giorni in cui provo troppe cose, e giorni in cui mi sento un ossimoro vivente.

Ci sono giorni, e sono la maggior parte, in cui non ho tempo, in cui elenco le cose che vorrei fossero diverse, le cose che vorrei avere, le cose che vorrei aver fatto, le cose che vorrei  vedere, in cui odio tutti, in cui vivo di confronti , in cui vorrei credere, quelli in cui finisco le scuse.

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Giorni in cui sogno di vivere dentro una canzone degli Ex-Otago, o di vivere dall’altra parte de Pianeta, o l’una e l’altra cosa insieme. Sono gli stessi in cui aspetto il momento giusto, l’anno giusto, il segno giusto, il luogo giusto, giorni in cui mi vergogno, anche se mi hanno detto che la vergogna è indispensabile perché, come il dolore, è un sintomo e un meccanismo di tutela della salute morale.

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Ci saranno giorni, perché adesso sto imparando, in cui non sentirò più il peso della ricerca ossessiva della perfezione, mi godrò la vita e riscriverò questo post usando solo l’imperfetto…  o forse non ci saranno mai.

Forse saranno come quei giorni, in cui mi sento potente e carica di energia che potrei fare tutte le cose che di solito sogno di fare, in cui sento che potrei cambiare il mondo e in cui percepisco ogni particolare. Solo che poi finiscono la mattina dopo, quando le coperte ricominciano a pesarmi sulla testa e so che solo riuscire a sollevarle sarà sintomo di un giorno buono.

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Post Scriptum. Le foto utilizzate in questo post non sono casuali. Rappresentano la migliore delle mie scelte dagli ultimi anni ad oggi: quella scelta che, tra 91 giorni, mi regalerà con ogni probabilità i 10 migliori giorni della mia vita.